Argomento di #TuttiSalvi le tartarughe marine in Sicilia che sempre più spesso depongono le uova nelle spiagge dell’isola. Sapete per quale ragione lo fanno? Perchè sono “bellissime e incontaminate”. Ma mettetevi comodi, prendetevi qualche minuto del vostro tempo e guardate la conversazione con Oleana Olga Prato, biologa marina e operatrice del Progetto Tartarughe del WWF e del progetto Life Euroturtles. Oleana – con una grande simpatia unita alla passione per la salvaguardia del nostro mare – ci spiega come tutelare le “regine del Mediterraneo“. Grazie per le immagini a Vincenzo Belfiore.
Guarda qui la video intervista realizzata da Salvo Falcone a Oleana Olga Prato
La tutela delle tartarughe marine in Sicilia rientra nel Progetto Life Euroturtles che coinvolge 6 paesi membri della EU (oltre all’Italia, Grecia, Croazia, Slovenia, Cipro e Malta. Ha una durata di 5 anni (2016 – 2021) e presenta 7 obiettivi principali con lo scopo di incrementare lo Stato di conservazione di 2 specie di Tartarughe marine Chelonia mydas e Caretta caretta, nel Mediterraneo.

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Info sulle tartarughe marine (fonte WWF):
La tartaruga marina comune (Caretta caretta) è una specie carnivora e gli individui attraversano nel corso della vita due diverse fasi ecologiche: all’inizio frequentano la zona superficiale del mare aperto e successivamente si spostano in fondali bassi.
La tartaruga marina comune è una specie diffusa tanto nelle acque degli Oceani Atlantico, Indiano e Pacifico quanto nel bacino del Mediterraneo e del Mar Nero. In particolare, nel Mediterraneo, i siti di deposizione delle uova sono localizzati soprattutto nella parte orientale: Grecia, Turchia, Cipro, Libia, mentre nella parte occidentale le nidificazioni sono da ritenersi eccezionali. In Italia, se i nidi deposti ogni anno sono solo alcune decine di unità (contro le 7 mila dell’intero Mediterraneo), i mari attorno alla penisola rivestono grande importanza per le popolazioni del bacino.
Le tartarughe sono seriamente minacciate dall’uomo, in quanto sono sensibili a molte delle attività umane, tra cui il disturbo delturismo nelle aree di riproduzione, e la pesca accidentale. Si stima che ogni anno circa 150mila tartarughe marine finiscano catturate negli attrezzi da pesca nel Mediterraneo e che di queste oltre 40.000 muoiano.
Mentre l’attività riproduttiva è generalmente concentrata in alcuni importanti siti, cosa che rende teoricamente possibile la protezione di queste zone, l’impatto della pesca sugli individui a mare costituisce un problema gravissimo che rappresenta una seria sfida a chi si adopera per la conservazione della tartaruga marina.